Parlare di Grandi Opere in un periodo in cui
non si fa altro è una questione abbastanza
spinosa, ma noi ci limitiamo a raccontare
una storia di uomini, geologi, passioni e
speranze che hanno a che fare semplicemente
con il mondo della geologia.
La Diga di Disueri è una grande
opera legata a complesse problematiche realizzative
per l’appunto connesse ad una situazione
geologica dell’area di difficile interpretazione,
ed è in funzione di questo che vennero
chiamati a sostegno del gruppo di progettazione
i geologi nella loro peculiare professionalità
applicativa.
La nostra storia inizia negli anni ’40
del secolo scorso quando si decise di costruire
un serbatoio artificiale a monte di Gela,
nel Torrente Disueri, realizzato mediante
uno sbarramento in muratura di pietrame a
secco avente utilizzazione irrigua nella sottostante
vasta Piana.
Lo sbarramento fu impostato in una stretta
dove affioravano i calcari miocenici e le
relative indagini geologiche furono eseguite
dal Prof. R. Fabiani, allora Direttore
dell’Istituto di Geologia di Palermo;
il serbatoio venne quindi terminato nel 1948.
Negli anni ’60 si notò che, a
causa del grosso apporto solido, la vita del
Lago artificiale era destinata a durare al
massimo qualche anno. Essendo ormai di vitale
importanza per l’agricoltura nella Piana
di Gela, venne deciso di sovralzare lo sbarramento
per ricostituire maggiore capacità
al serbatoio.
Gli studi geologici di massima inerenti questa
nuova opera vennero affidati al Prof G.
Ruggieri, Ordinario di Geologia all’Università
di Palermo, che oltre a fare una specifica
ricostruzione litostratigrafica dell’area
ribadì l’importanza degli studi
preliminari alle realizzazioni delle opere.
Gli studi geologici di dettaglio furono così
affidati al Dott. G.
Torre,
assistente del Prof. Ruggieri, in
veste di libero professionista che mediante
una campagna geognostica e un rilievo geologico
circostanziato permise al gruppo di progettazione
di calibrare l’opera già in fase
progettuale.
La geologia dell’area è riconducibile
alla storia geologica siciliana che dal Miocene
inferiore arriva all’attuale, ed esattamente
affiorano: Alluvioni terrazzate e di fondovalle
(Olocene), “Trubi” (Pliocene medio-inf.),
Gessi, Gessareniti, Calcare Solfifero e “Tripoli”
(Miocene sup.), argille tripolacee e marnose
(Miocene medio - Tortoniano.), Argille Varicolori
in intercalazione gravitativa entro le argille
tortoniane.
L’assetto strutturale dell’area
è condizionato dalla presenza di due
tormentate sinclinali, curvate sul piano orizzontale
verso sud (sinclinale di M.te dei Canalotti
e di M.te Garrasia), incise dal Torrente Disueri
e frutto delle deformazioni tettoniche plioceniche.